L' ombra di Strauss-Khan - Maria Grazia Gregori
L'ombra di Strauss-Kahn Il testo dell'esordiente
Sinisi diretto con
sapienza da Tiezzi Sandro
Lombardi nella parte di un don Giovanni
stropicciato e inquietante in una tragedia moderna
raccontata in versi
di Maria Grazia Gregori
Che cosa spinge uno degli
uomini politici più potenti di Francia, destinato al governo del paese, a
essere accusato per violenza sessuale ai danni di una cameriera in un
elegante albergo newyorkese? Che cosa suggerisce l'ascesa e la rovina di
Dominique Strauss-Kahn, stella del partito socialista francese,
direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, amante delle
macchine di lusso e consumatore compulsivo di sesso a qualsiasi
latitudine, una sorta di don
Giovanni stropicciato dotato di
un'intelligenza fuori dalla norma e di un appetito sessuale altrettanto
fuori dalla norma? Colpito, come molti del resto, da questo fatto di
cronaca dai risvolti
inquietanti e poco chiari per cui si ventilò
perfino la tesi del complotto, un drammaturgo di venticinque anni,
Fabrizio Sinisi, gli dedica la sua opera prima La grande passeggiata: un
potente
affresco scritto in versi come una tragedia moderna,
dall'approdo inaspettato, pensato non tanto per trovare il grimaldello
per entrare nel mistero di un individuo e neppure per raggiungere la
verità dei fatti quanto piuttosto per interrogare e interrogarsi sulle
derive dell'opulenta società occidentale in tempo di crisi, sui
contrasti spesso insanabili fra moralità e potere. Ma la storia del
protagonista del testo di Sinisi, Frédéric Jean-Paul, se sembra correre
parallelamente a quella di Strauss-Kahn, se ne distacca decisamente nel
suo progredire anche se il motore della vicenda è lo stesso. In una
cella, una specie di stanza della tortura, Jean-Paul sta aspettando che
si faccia
chiarezza sull'accusa, sorvegliato da due inquietanti guardie
che ci arrivano direttamente da Arancia meccanica di Kubrick. Qui
giungono, di volta in volta, la moglie che si interroga sul senso
del
loro matrimonio, l'avvocato, il segretario di partito inquieto per il
futuro e già pronto a
giocarsi la sua partita e la figlia. Qui i
destini di tutti si intrecciano a quelli della finanza mondiale e a
quelli più segreti di quell'uomo che ne è stato il dominatore e che ci
rivela il senso di un comportamento del tutto sconsiderato: il bisogno
di un abbraccio, di una comunione totale con un altro essere ricercata
con qualsiasi mezzo, anche lo stupro, e mai raggiunta. Con tutto il
senso
di una mancanza, di un'inadeguatezza che è la ferita da cui non
si può guarire. E il colpo di pistola finale, sparato fuori scena come
in ogni tragedia che si rispetti, se conclude la parabola del politico
Jean-Paul non conclude quella dell'uomo, del suo male di vivere.
Federico Tiezzi, con una regia allo stesso tempo profonda e di rara
misura, situa questo testo inquietante e coinvolgente in una stanza
spoglia con poche sedie, qualche tavolo e qualche poltrona, delimitata
verso il fondo da ampi finestroni-schermi dove si proiettano insieme a
un'iconografia da fumetto, i picchi positivi e negativi della borsa, un
cielo azzurro, un giardino lussureggiante, presto destinati a essere
divorati dall'incendio che metterà fine a ogni cosa. È qui che si
consuma, sostenuta da una colonna sonora che va da Schubert a
Badalamenti a Kill Everything, la storia di
Jean-Paul al quale Sandro
Lombardi, vestito di bianco, dona una profondità e una verità
fortissime. Con una bella notizia: La grande passeggiata, spettacolo al
quale auguriamo una lunga vita, nasce dalla collaborazione fra la
Compagnia Lombardi Tiezzi, il Festival Armunia e il Teatro pubblico
pugliese all'interno del Teatro Laboratorio di alta formazione teatrale
della
Toscana, diretto da Tiezzi dove si è formato anche l'autore e dal
quale provengono i bravi attori - Marco Brinzi, Andrea Luini, Rosa
Sarti, Nicolò Todeschini che affiancano Lombardi.
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